Sardex tra i protagonisti del meeting IBSEN del 4 e 5 maggio a Cagliari

La due giorni nel capoluogo mette in connessione il mondo accademico e le aziende. Alessandro Spano: «L’università deve accompagnare l’internazionalizzazione delle imprese».

Fare dell’università, soprattutto di quella italiana, una protagonista attiva del processo d’internazionalizzazione delle imprese. Una sinapsi col tessuto produttivo e non un universo a parte come spesso accade. È l’obiettivo di IBSEN (International Business Studies Exchange Network), consorzio internazionale che riunisce università di varie parti del mondo: Stati Uniti, Canada, Olanda, Finlandia, Germania, Spagna, Repubblica Ceca, Corea e, per l’Italia, la Facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche di Cagliari.

E proprio nel capoluogo si terrà la due giorni (4 e 5 maggio) organizzata da Alessandro Spano, docente di Economia aziendale e referente da anni del network in rappresentanza dell’Italia, con la collaborazione di Patrizio Monfardini. La prima giornata sarà dedicata a incontri con gli esponenti del mondo accademico locale, la seconda, al Teatro Massimo di via De Magistris con un focus dedicato alle aziende innovative e con proiezione verso l’estero (sei quelle prescelte: Sardex.net, Opera, Money Farm, Marinow, Vivocha e The Net Value).

Nell’occasione andrà in onda uno speciale di Ekonòmica, talk show politico-economico sulla Sardegna realizzato da EjaTV e Chartabianca Studio Giornalisti associati, con il contributo di Finsardegna e il patrocinio dell’Università di Cagliari. La puntata, interamente in lingua inglese, sarà condotta da Alessandro Spano e metterà a confronto le esperienze di alcune delle più innovative aziende sarde con il mondo accademico internazionale. Interverranno Annalisa Bonfiglio (Pro Rettore dell’Università di Cagliari), Carol Steinhaus (Northern Michigan University) Öztürk Riza, Uwe Rössler (FH Bielefeld) Bart Kuijpers (The Hague University) Karel Tomsik (Czech University of Life Sc) Paul Nixon (The Hague University) Giuseppe Littera (Sardex), Mario Mariani (The Net Value), Alessandro Onano (Money Farm), Federico Pinna (Vivocha)
Previsti anche i contributi di Antonella Arca (Make Tag) e Patrizio Monfardini (docente di Economia Aziendale dell’Università di Cagliari). La puntata sarà online il 5 maggio alle 21 sui portali www.ejatv.com e www.chartabianca.it

Tra gli invitati anche Sardex.net, il Circuito di Credito Commerciale nato in Sardegna nel 2010 che in sei anni di attività ha coinvolto oltre 3 mila e 300 PMI nell’isola. Un modello già replicato in altre dieci regioni italiane e con una proiezione verso l’estero. Il recente piano industriale, varato dopo l’ingresso in società di importanti investitori, prevede infatti uno sviluppo anche al di fuori dei confini nazionali.

«Con quest’appuntamento – sottolinea Spano – le università intendono rafforzare i legami con le aziende che operano nei diversi Paesi, cercando di comprendere come studi e ricerche possano avere ricadute pratiche per queste. L’incontro tra i componenti dell’IBSEN e le aziende isolane fortemente orientate all’internazionalizzazione vuole colmare proprio il divario esistente tra formazione e impresa. Come esponenti del mondo accademico porremo ai soggetti invitati delle domande specifiche volte a comprendere i problemi connessi alle sfide dell’internazionalizzazione e le modalità impiegate per affrontare e superare gli ostacoli lungo questo percorso».

Un approccio pragmatico per superare con azioni concrete la tradizionale e non del tutto infondata tesi secondo la quale l’università è un mondo a parte, avulso dal contesto produttivo. «Il nostro sforzo è proprio teso a creare una sinergia con le imprese, sia attraverso incontri dedicati come questo organizzato a Cagliari, sia con progetti che aiutino gli studenti a entrare in contatto con le aziende promuovendo magari periodi di formazione in Italia e soprattutto all’estero. Del resto gli esempi virtuosi cui ispirarsi non mancano; In Finlandia, dove ho avuto modo di insegnare, le startup hanno uffici all’interno delle stesse università. Un modo – conclude Spano – per avvicinare i giovani al mondo del lavoro».

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